venerdì 25 luglio 2014

Prova costume e "size discrimination"? Stay calm and put a #fatkini on your body.

Il fenomeno della "prova costume" attanaglia gran parte della popolazione femminile alle prime luci di giugno. Ecco che le pubblicità di yogurt, cereali, bevande, non fanno altro che ricordarti l'arrivo dell'estate, insieme ai corpi stupendi delle modelle delle aziende di costumi. La domanda che incombe è: come avere un corpo da bikini?



Beh, semplicemente indossandolo.



Ecco la risposta tutta americana che, da piccola eco della scorsa estate, si è trasformata quest'anno in una vera moda, un'attitude che porta con sè un sigillo, il fatkini.




  
Il fatkini è un costume a due pezzi che celebra le taglie curvy, divenuto famoso soprattutto quando Gabi Fresh, styleblogger, lo ha indossato incoraggiando le donne oversize a non vergognarsi delle proprie forme, e ne ha creato una collezione con il sito Swimsuits For All.


La fama dell'iniziativa ha fatto sì che molte ragazze riuscissero finalmente a mettersi in mostra col loro fisico senza subire l'imbarazzo delle reazioni esterne.






"Thick or thin I love myself."
"Oh, no worries. I'll just be over here, wearing stuff you think I shouldn't." 

Applausi.






Recente è il caso di Sam Newman, una ragazza sovrappeso che ha accusato Instagram di "size discrimination" per aver cancellato delle sue foto in abbigliamento intimo: “Le mie foto non si adattano alla loro idea di normalità”.
Che Instagram adotti una politica dubbia sulla fisicità e propenda a censurare foto del genere piuttosto che immagini legate ad autolesionismo o disturbi alimentari, ne avevo già parlato qui.



Ad ogni modo, è importante che le persone sovrappeso, almeno fuori dall'Italia, stiano riuscendo a liberarsi dalla paura della gente, dei loro pregiudizi estetici e di quella percezione culturale che decide cosa è bello da cosa non lo è.
Lo ha spiegato molto bene la blogger Jenny Trout, che sul suo blog e su HuffPost Women, ha pubblicato un articolo dal titolo: "I wore a bikini and nothing happened", inserendo una sua foto in costume.
  
"As a society, we need to be more honest in our discussions of other's bodies. If we can't avoid those totally unnecessary conversations, then we should at least admit the truth to ourselves: That this has nothing to do with health, and everything to do with the control we believe is our right to exert over others."





"Come società, abbiamo bisogno di essere più onesti nei nostri discorsi sui corpi degli altri. Se non possiamo evitare quelle conversazioni totalmente inutili, allora dovremmo almeno ammettere la verità a noi stessi: che questo non ha nulla a che fare con la salute, e tutto ha a che fare con il controllo che crediamo sia nostro diritto esercitare sugli altri."



 

3 commenti:

  1. io sono per il diritto di tutti snelli o grassi di farsi fotografare in costume da bagno e mettersi in mostra sui social network..poi certo brad pitt in costume da bagno risulta in media esteticamente più gradevole di Danny De Vito ma ciò non vuol dire che chi ha un fisico alla De Vito non possa andare in spiaggia ne ha diritto e non è giusto offenderlo, e l'esempio vale per entrambi i sessi

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  2. mi è piaciuto il modo in cui hai scritto di questo fenomeno senza soccomere al solito ritornello italianissimo 'ma non è salutare' come se c'entrasse qualcosa! Sono contenta di avere così conosciuto il tuo blog. Volevo anche segnalarti che il fatkini, seppure in maniera più limitata, è una realtà raccolta anche dalle blogger italiane, io credo di avere parlato del fenomeno già tre anni fa mettendoci la faccia e non solo, se ti può far paicere informarti ho di recente pubblicato un post che parla del fenomeno fatkini all'italiana :)

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    1. Ti ringrazio e benvenuta! Ricambio i complimenti per il tuo blog :)

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