martedì 19 febbraio 2013

Sanremo 2013 tra politica e luoghi comuni. E' questo il cambiamento che speravate?

Il Festival di Sanremo, una delle più famose gare canore al mondo, quest'anno si è distinto come oggetto di discussione a sfondo politico.
Nelle settimane precedenti al suo inizio, è stato etichettato come un concertone del Primo Maggio, una festa prettamente di sinistra, e quindi da rinviare perchè pericolosa in periodo di elezioni. I motivi venivano visti nella scelta dei cantanti, delle tematiche, ma soprattutto dei conduttori, i due paladini di "Che tempo che fa", Fabio Fazio e Luciana Littizzetto.
Contraddistinti sempre per il ruolo paternalistico e vigile di lui verso quello a tratti spiritoso-infantile, a tratti senza-peli-sulla-lingua di lei, credo che stavolta Fazio non abbia fatto (volutamente) il suo dovere.
Infatti, seppur caratterizzato da tematiche e interventi di cultura più ricercata e meno televisiva, il festival non si è contraddistinto, a mio parere, per una donna d'eccezione, sulla quale erano poste tante aspettative, vista la prefissata assenza della tipica valletta.
Proprio in occasione della comparsa, per l'ultima serata, della modella Bianca Balti, la conduttrice si è rivelata come una donna qualunque, certamente non di sinistra, ma neanche di destra, semplicemente di massa, con occhi invidiosi e battute da osteria, simili a quelle del confronto Marcorè-Carfagna a Ballarò. In entrambi i casi infatti si è fatto riferimento a queste donne come strumenti per "tirare su" l'ascolto e tanto "altro" ancora.

La comicità o satira, se fatta su un politico e se vuole essere efficace, deve criticare le scelte politiche del soggetto e del suo partito, non scadere sempre in un banale fattore estetico. Ci sono tanti politici incompetenti nel nostro Parlamento, ma, quando si parla di uomini, non si allude mai alle presunte "capacità" con cui hanno ottenuto quella carica. Per quanto non condivida nulla della Carfagna, e' stato veramente fastidioso, quanto più noioso, sentire contenuti comici così pigri.
E' evidente che le battute sessiste, conosciute molto bene nel berlusconismo, stanno prendendo sempre più piede in campagna elettorale, qualunque sia la fazione politica (ricordiamo anche il manifesto sessista della Festa dell unità 2011 del PD). Che ci si mettano anche i comici o i vignettisti poco mi importa; potranno strappare qualche applauso in più di quelli che strappa Berlusconi, ma non credo che gli italiani abbiano bisogno di questo.





Come non hanno bisogno di questo le donne del 2013. Tornando infatti alle parole riservate da "Lucianina" nei confronti di Bianca Balti, si è assistito ad un siparietto terribile in cui una donna faceva di tutto per mettere a disagio un'ospite e renderle per nulla confortevole il palco, la situazione, la sua persona, dal suo vestire, al suo ridere, al suo rispondere, al suo sfilare.
Bianca si rivela spontanea e spigliata (la ricordo una donna brillante, mamma e schietta nell'intervista curata da Pif in una puntata de Il Testimone su MTV), ma soprattutto cortese, incassando le frecciatine tramite le risate; le stesse per le quali verrà poi etichettata come una stupida ridanciana.



In questo caso potremmo dire che politica e televisione vanno a braccetto nel rappresentare stesse idee e stereotipi, deludendo le aspettative di quanti auspicassero in un festival fuori dagli schemi.
Ma il problema peggiore si pone quando è la cultura sociale a darne motivo. Su Twitter, infatti, l'hashtag #Balti mi ha dato l'amara conferma di quanti insulti ci fossero sulla modella, di quanta poca "solidarietà femminile" esista e di come, a questo punto, il ballo One billion rising sia stato, in questi casi e su quel palco, più un fenomeno mediatico che culturalmente sentito.


Luciana Littizzetto durante la serata infatti si è cimentata nel ballo creato da Eve Ensler che ha coinvolto tutto il mondo femminile per combattere la violenza che ogni anno uccide tantissime donne, ma il suo comportamento è stato profondamente incoerente, perchè caratterizzato da due sentimenti:
vittimismo atto a giustificare le bassezze dette nei confronti di una ragazza che aveva l'unico difetto d'esser bella-alias-stupida.
populismo intriso di pregiudizi per ogni genere, a partire dalla lettera di San Valentino tipicamente scritta e recitata da una donna, con una lista di stupidi difetti tipicamente maschili e servile benevolenza tipicamente femminile nel sopportarli ... per finire col definire volgarmente e semplicisticamente "stronzo" un uomo che consuma violenza. 
Al mio paese, io lo chiamerei delinquente, e anche abituale.

E' questo il cambiamento che speravate?

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