lunedì 22 ottobre 2012

No spam no party: le elezioni contro la legge sulla privacy


Quest'anno più che mai mi stupisce ciò che sta accadendo in maniera seriale da qualche settimana nella città di Catania e nel suo ambiente universitario, riflesso alle elezioni regionali del 28 ottobre.
Prima il caso Maria Elena Grassi, candidata alle regionali e indagata per l'invio di email elettorali agli studenti tramite un database in possesso dell’ateneo (i magistrati ipotizzano a vario titolo i reati di violazione del segreto d’ufficio e trattamento abusivo di dati personali per lei, suo figlio, Daniele Di Maria, e per il marito Nino Di Maria, dipendente dell’Ateneo di Catania).
Da pochi giorni invece si fa strada la notizia di un altro candidato, Giacomo Bellavia, che, come denunziato da vari  studenti, avrebbe inviato materiale elettorale a indirizzi civici acquisiti non tramite liste pubbliche ma database universitario.

Allego 2 articoli per far capire nel dettaglio le vicende di cui sopra.
http://www.movimentostudentesco.org/politica/notizia/email-agli-studenti-la-grassi-ritira-la-candidatura

http://www.movimentostudentesco.org/politica/notizia/propaganda-elettorale-casa-degli-studenti-da-dove-ha-preso-i-dati-bellavia

Ciò di cui rendo noto io stasera riguarda sempre il signor Giacomo Bellavia, o meglio i suoi sostenitori politici, nonchè miei colleghi della facoltà di Giurisprudenza (come fu, un tempo, lo stesso candidato), studenti che tramite indirizzi email acquisiti all'interno di forum della facoltà (atti a mera ricerca di appunti o libri) inviano ampio materiale propagandistico.
L'accesso al forum, Studenti Giurisprudenza Unict, richiede email (garantita come) "rigorosamente privata" e password, senza domanda di autorizzazione al trattamento per fini propagandistici.



Ora rinviare alle norme sulla garanzia della privacy sembra banale, ma quanto mai decisivo:

"Chi effettua propaganda elettorale tramite fax, telefono cellulare, e-mail ha l’obbligo di dare l’informativa ai cittadini e acquisirne il consenso prima di qualsiasi comunicazione.
L’uso dei numeri dei cellulari per l’invio di messaggi Sms e Mms è vietato senza il consenso preventivo e informato dell’abbonato o del reale utilizzatore della scheda prepagata.
Allo stesso regime sottostanno gli indirizzi e-mail i quali, come sottolineato più volte dal Garante, non rientrano tra le fonti pubbliche utilizzabili liberamente ma recano dati personali da trattare nel rispetto della normativa sulla privacy.
E’ quindi illecito il loro uso senza consenso preventivo dell’abbonato, indipendentemente dalle modalità del reperimento degli indirizzi di posta elettronica in Internet (forum, newsgroup, software automatici)."

Nella mail ricevuta leggo: "E' dunque giunto il momento che siano i cittadini a dire addio alla vecchia politica e si impegnino a votare e sostenere dirigenti nuovi, giovani ma soprattutto onesti e in grado di anteporre l'interesse della collettività al proprio sporco interesse personale."
 Ora, al di là delle considerazioni politiche da cui mi astengo fortemente e che ovviamente non sono la ratio di questa contestazione, non posso non domandarmi come un soggetto si proponga o venga descritto in grado di anteporre l'interesse collettivo, quando in primis i suoi sostenitori ledono lo stumento che per eccellenza dovrebbe garantirlo e proteggerlo, la legge.

Mi rendo conto non solo di non poter vivere e usare i miei strumenti da cittadina e studentessa senza essere lesa nei miei diritti alla riservatezza, ma anche di quanto la legge, paradossalmente anche tra aspiranti "giuristi", sia semplice carta straccia.

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