giovedì 10 novembre 2011

Il Calendario delle Studentesse: i “manichini senza storia” di una missione sociale incompiuta



Il Calendario delle Studentesse è un progetto nato nel 2007 ed è diventato oggi un vero e proprio cult seguito dai principali networks nazionali e ambito dai collezionisti...Abbina da sempre il perseguimento di una missione sociale...un medium finalizzato a incentivare la sensibilizzazione dell'opinione pubblica su tematiche di interesse generale.”

Così recita la presentazione del Calendario delle Studentesse nel relativo sito di appartenenza, dal mio punto di vista non scevra da obiezioni e pareri contrastanti.

Se il calendario da una parte vuole valorizzare determinati argomenti di interesse pubblico, come l'anoressia o il made in Italy, dall'altra lo fa sminuendo i soggetti che utilizza (ed il termine è letteralmente esatto) per arrivare al suo intento.

Il calendario dal 2007 immortala, infatti, 12 studentesse italiane tra i 18 ed i 30 anni provenienti da tutti gli atenei, in pose poco creative, che confezionano alla fine sempre il solito “calendarietto per camionisti”.

Il progetto sembrava esser partito bene con il tema sulla sicurezza stradale, dove le ragazze si presentavano normalmente VESTITE da capo a piedi.

Col passare degli anni e, ahimè, con l'evolversi ormai di una concezione culturale distorta che sta contagiando ogni settore, iniziativa, progetto, i calendari si sono sempre più “scoperti”e hanno proposto, ad esempio, per l'edizione “I colori del cibo, ragazze in costume o sottane sgargianti, tutte stese su una piattaforma, come cibo esposto su vassoi.

Il culmine viene raggiunto con l'edizione Rinascimento tecnologico, dove ad ogni mese corrisponde una ragazza ripetutamente proposta in minishorts o bikini, presentando foto per nulla attinenti alla tematica. Tutt'al più perché il calendario delle studentesse 2009 di Fabrizio Cappella e Paolo Castaldo è nato per “cause politiche”, in risposta a quello delle universitarie che si sono spogliate per difendere la riforma Gelmini.

Anche se il primo si presenta in maniera sfacciata e volgare, il secondo non sembra aver adottato il metodo giusto per distinguersi, se non per ribadire quanto ormai sia difficile tener vestite le ragazze.

Calendario studentesse pro-Gelmini: http://www.studenti.it/foto/universita/g/calendario-delle-studentesse-pro-riforma-gelmini/

Calendario studentesse anti-Gelmini: http://www.studenti.it/foto/universita/g/calendario-delle-studentesse-anti-riforma-gelmini/

Dulcis in fundo, "Italians do it better", titolo dell'edizione 2011, affronta il tema del Made in Italy. Con quest'ultimo lavoro si è voluto quindi risaltare il patrimonio artigianale e artistico italiano che è riuscito a competere in ambito internazionale: dalla moda all'architettura, dalla cultura all'arte e al teatro. All'interno dei dodici scatti, voluti per rappresentare l'Italia come “icona internazionale di genio, creatività e bellezza”, non sembra scorgersi quell'intento di sensibilizzazione sociale tanto propagandato, dato che le sedici studentesse sono state messe semplicemente come belle statuine in luoghi simbolo del successo nostrano (Fontana di Trevi, Piazza di Spagna a Roma, Venezia etc...). Addirittura una ragazza in mini abito nero viene “incaprettata” e messa su un binario di un treno, con seri dubbi sul significato dello scatto.

In buona sostanza, sono come dei manichini senza storia.

E' stato sempre chiamato Calendario delle Studentesse, senza mai evidenziare il valore di queste ragazze, il loro studio, i loro interessi, il loro essere sociale... ci si limita, come sempre, a somministrare una buona dose di corpo.

Allora perché non chiamarlo semplicemente Calendario?

Insomma, alla fine sembra che gli italiani, si, siano i migliori…nel raccontare sempre la stessa, banale, noiosa storia.

E chi ne vuole far parte per il 2012? Le selezioni sono aperte!

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